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Ricordi nepalesi del marzo 1997


Il 25 aprile 2015 alle ore 12.11 il Nepal è stato colpito da una scossa di terremoto di magnitudo 7.8 della scala Richter che ha amplificato i suoi effetti su tutta la valle di Kathmandu, causando più di 8.000 morti e distruggendo siti patrimonio dell'umanità e dell'Unesco; ha raso al suolo la Durban Square di Kathmandu e sono spariti intero villaggi.
Mentre guardavo le immagini che scorrevano in televisione, distruzione e sofferenza che quel popolo mite e ospitale stava vivendo, mi sono tornate alla mente ricordi delle immagini e delle emozioni vissute nel mio viaggio del 1997. 

Tra parentesi, mi rendo conto dei passi da gigante che ci ha fatto fare la tecnologia. Allora non c'era internet e mi sarebbe stato impossibile diffondere il mio diario su un Blog e viralmente attraverso i Social Network, rinfrescare i ricordi dei luoghi grazie a Wikipedia, ricercare le foto dei luoghi e le mappe da inserire all'interno del racconto grazie a Google, riversare i video dal supporto in video cassetta VHS al digitale su CD per poi lavorarlo con un software per riversarlo su YouTube ed essere perfino censurato da quest'ultimo, per involontaria violazione del copyright dovuta all'inserimento, da parte del dottor Tradico, di una musica tradizionale, rivendicata da un titolare del copyright. Ainoi, purtroppo l'eliminazione della traccia audio ci ha privato della simpatica narrazione dell'autore Tradico. Godetevi le immagini comunque belle ed interessanti.

Agli inizi del 1997, mi giunse una telefonata, al telefono fisso di casa, allora non era ancora in voga il cellulare; dall’altra parte del telefono, una voce che conoscevo, perché amica di mia madre Elda Tradico, madre dei miei compagni di scuola Giuseppe e Filippo, che mi chiedeva se mi avrebbe fatto piacere fare un viaggio di quindici giorni, assieme a lei e al marito Pietro, in Nepal e Buthan, tutto spesato.
Io dovevo occuparmi solo di portare me stesso e la mia pipa, il mio bagaglio e le mie macchine fotografiche, al resto avrebbero pensato loro.
Sognavo o ero desto, mi chiesi, ero desto, ma certo è che, continuai a sognare lungo tutto il meraviglioso viaggio che fu un’esperienza che ha segnato tutta la mia vita.
L’occasione unica mi era offerta dalla necessità dei signori Tradico, Elda e Pietro, vecchi appassionati di viaggi, anche per età, di portarsi al seguito un giovane amico assistente.
Un'unico rimpianto, se a caval donato non si guarda in bocca, è pur vero che per come sono stato sempre abituato a viaggiare, a contatto con la gente del luogo, trovarmi scarrozzato senza i miei tempi, e in alberghi di gran lusso che niente avevano a che fare con il sociale locale, quasi dei piccoli fortini, mi ha fatto vivere e viaggiare un po' in una bolla.
Saremmo partiti il 17 marzo e il 19 avrei festeggiato
a Kathmandu il mio unico ed irripetibile onomastico.
Un viaggio aereo di 14 ore per un salto mortale.
La memoria fa difetto, con fatica dopo vent’anni ho difficoltà a ricordare particolari, e perfino i video mi mostrano luoghi ed esperienze dimenticate; solo atmosfere, profumi, odori, sensazioni, rimangono vive e certamente hanno influenzato la mia filosofia di vita.
Il Nepal è un viaggio che segna, che ti porta ad amare quel popolo ospitale dai ritmi lenti; appena si scende dall'aereo si lascia alle spalle l'ansia ei ritmi frenetici del nostro occidente.
Ripenso al misticismo che si respirava in ogni dove, al mantra "Om Mani Padme Hum" che sin dal primo giorno diventè come una colonna sonora che accompagnè tutto il viaggio, ai fumi e profumi degli incensi, alle mille candele accese fuori e dentro i templi dove i monaci dal color porpora pregano, alle campane della preghiera che i fedeli fanno girare in ogni ora del giorno, al sorriso dei bambini, agli anziani dei villagggi seduti al sole, ai mille Namasté ricevuti e scambiati, ai sorrisi scambiati lungo il cammino.
Gente serena, che vive e lavora a misura d’uomo, immersa nella religione indù che ne scandisce la quotidianità. Luoghi in cui, senza soluzione di continuità, si intrecciano quotidianità e sacralità. Strade strette tra povere ma suggestive costruzioni abitative, con alla base una miriade di negozietti e venditori di ogni mercanzia.  Tanta gente che si sfiora nel camminare.
Piazze ricche di palazzi e templi ricchissimi di bellezze architettoniche e scultoree. Il grande stupa, attorno al quale girano pregando in tanti, facendo girare i cilindri delle preghiere o strisciando a terra.
In Nepal, convivono due religioni, l’Induismo e il Buddismo; per le strade, diffuso ad ogni angolo, più evidente è l’induismo con edicole votive affollate di devote in ginocchioni, in attesa di entrare a baciare la divinità e perfino rappresentato da pietre colorate di rosso, da qualcuno che vi ha visto il divino.
Il Buddismo, invece, nella capitale si svolge attorno al grande stupa e nel bianco tempi che ospitaa monaci buddisti in preghiera, in cima ad una lunga ripida gradinata, tra gridi di scimmie saltellanti ovunque.
Dintorno, vie polverose dagli odori forti quanto i colori, con gente che si industria in mille faccende, bambini che si rincorrono, donne alle fontane per lavare i panni o i lunghi capelli lisci e neri pece; in una piazza piccole vasche colorate, dove si colorano i tessuti, in un’altra un vasaio ha posto i suo otri al sole a seccare.
Lungo il fiume dall’acqua color giallo creta, che traversa la città, in un’atmosfera irreale, dalla luce rossastra, densa di odori intensi di legna bruciata e aromi profumati, sulle sponde a gradoni, su un lato si svolgono i funerali con le pire, sul lato opposto santoni, tra scimmie,

Nei paesi medievali, fermi nel tempo, tra bambini che si rincorrono, altri che fanno capolino curiosi e timidi al contempo dalle finestre delle abitazioni, in strada, tra caprette e galline, donne anziane intente a filare la lana.
Infine, la visita al tempio che ospita, una volta a settimana, una cerimonia cruenta, una mattanza religiosa durante la quale ogni devoto alla divinità, porta il suo animale, galline, pecore, agnellini, al quale viene tagliata la gola. E’ un modo per nobilitare i macellai, categoria impura, e la macellazione a fini alimentari, altrettanto vietati dalla religione indù. Ne viene fuori un happening, una festa di massa, tra mistici in preghiera, vai e vieni di uomini e donne colorate avvolte nei loro shari, e pic nic con carne alla brace.

Qui trovate alcuni dei centinaia di scatti realizzati da me, e 3 ore di video interessantissimi, documenti storici in quanto mostrano il Nepal che fu, oggi distrutto dal terremoto
Offro questi documenti unici e storici, come omaggio alle vittime del terremoto, aggiungendo un pensiero scaturito dall'approccio sbagliato adottato dagli inviati italiani che hanno raccontato la società nepalese mistica spirituale essenziale, con la lente deformante del nostro mondo arido e pragmatico.



Nepal 1
Viaggio Roma - Kathmandu
00.00 KATHMANDU
03.58 Hotel Shangri-la
05.29 Piazza Durbar
24.05 in aereo lungo la catena dell’Everest
32.37 Stupa di Swayambhunat
42.51 Tempio di Darkshinkali (sacrifici animali)
51.31 BOUNGAMATI (paese artigiani del legno medievale del 1500)
57.47 KHOKANA (paese filatrici medievale del 1500)



Nepal 2 
00.00 KATHMANDU: Tempio Pashupatinath
08.35 Stupa di Bodhnat
15.39 PATAN
36.32 BHAGDAON (BHAGTAPUR)
48.23 KATHMANDU: Pagoda Changu Narayan
60.15 Vigilia di Pasqua alla missione gesuita St Xavier’s College e Tanka e Mandala cristiani



Nepal 3 
00.00 KATHMANDU: Hotel Shangri-la
02.06 POKHARA
04.20 alba sull’Annapurna
05.16 Aeroporto 15 anni prima (1982)
05.59 Hotel Shangri-la
08.04 la porta di Pokhara
08.37 la grotta Mahendra
11.22 il ponte
12.14 L’Annapurna
13.00 il lago di Pokhara
18.43 giro sull’Annapurna con l’elicottero
24.20 Ospedale oculistico
24.29 Cascata Devis
26.16 Campo Rifugiati Tibetani
30.01 Tempio Damaiti
32.36 Museo Regionale
34.36 Villaggio degli Sherpa
37049 Lago Begnas
40.30 Hotel Cristallo
42.20 Villaggio S.O.S.
46.35 Tramonto sull’Annapurna





PROGRAMMA VIAGGIO 16-17-18-19-27-28-29-30 marzo 1997
 

16/03/97 - ROMA/FRANCOFORTE/KATHMANDU

Presentazione all'aeroporto di Roma/Fiumicino entro le ore 11.00 - Disbrigo delle formalità d'imbarco e partenza con volo Lufthansa LH3509 per Francoforte alle ore 13.00 - Arrivo alle 15.05 e coincidenza per Kathmandu alle ore 19.00 con il volo LH764

17/03/97 - KATHMANDU

Arrivo alle 10.55 e trasferimento all'Hotel Shangrilà
Il pomeriggio, visitammo la città: da Durbar Square (vedi lista e foto dei monumenti)



a Thamel Road, i colori, la gente, l'architettura ed i negozi stracolmi di mercanzie ci coinvolsero in un'atmosfera quasi irreale.



Prosiima tappa il Tempio di Swayambunath, detto anche delle scimmie; infatti il bellissimo stupa posto in cima ad una collina è stracolmo di scimmie. La bellezza intrinseca dello stupa, è arricchita dalla posizione panoramica da cui si gode una stupenda vista sulla valle di Kathmandu. Si può decidere di raggiungerlo inautobus fino ad un certo punto o di salire per tutti i 365 gradini. Secondo tradizione, i fedeli dovrebbero recarsi allo stupa una volta al giorno ma, se cià non è possibile, possono salire i 365 gradini, l'equivalente di un anno.









18/03/97 - KATHMANDU 

 

Oggi giornata piena. Di primo mattino ci trasferimmo in aeroporto per imbarcarci su un aereo della Mountain Flight per un' escursione aerea della parte orientale della catena Himalayana dove sorvolammo l'Everest e tutti i picchi che si susseguono fino a Kathmandu. Decollato, inizialmente la vista è la catena che sorge dalla valle di Khatmandu; poi man mano che ci si avvicina lo spettacolo d'avanti ai nostri occhi è da togliere il fiato, alcune delle vette più alte al mondo, poi, all'improvviso, arriva sua maestà l'Everest il tetto del mondo.


Brindisi in quota con tanto di attestato ma, purtroppo, al momento del rientro un piccolo incidente mi spaventò non poco e che non dimenticherò a vita; infatti, probabilmente causato da una cattiva pressurizzazione, al rientro dopo circa un'ora di volo, in fase di  atterraggio cominciai a sentire un forte dolore ad un occhio e la sensazione che mi esplodesse.

Oggi era di martedì, il giorno dedicato ai sacrifici animali e quindi saliamo in pulmino 84 km 3h 38m per recarci di corsa a Dakshinkali, dove si trova il tempio dedicato alla sanguinaria dea Kalì e dove la casta impura dei macellai, è autorizzata ad operare il martedì e sabato operando sacrifici animali per placare l'ira della dea. E' la scusa per poter mangiare carne, e quindi la strada per arrivare al tempio èmolto traficata già dalle prime ore del mattino. Arivammo al parcheggio strapieno di persone e venditori di animalida portare in dono alla dea: galli galline e capretti, ma anche fiori e frutta. Poi lungo il percorso, seduti qui e là, vecchi santoni barbuti che pregano e benedicono i fedeli,  ed un serpentone silenzioso e composto, colorato dai sahari delle donne con in braccio il proprio animale; una lunghissima fila di fedeli in attesa del proprio turno ad offrire il dono-sacrificio a Kalì. Campane che suonano, atmosfera di festa dai toni un po' macabri. L'aria è resa pesante dal fumo dell'incenso che si mescola all'odore del sangue e sembra anestetizzare le ignare vittime che tranquille si fanno consegnare ai macellai esperti che in un colpo secco, tagliano loro la gola e in poco tempo preparano la carne, pronta per essere cucinata sulle griglie vicine al tempio, in parte mangiata seduta stante in una festa tra canti e balli, in parte portata a casa.
 






Successivamente visitammo Pashupatiunath un altro luogo di emozioni a forti tinte, dove anche il silenzio irreale parla al cuore. E' il luogo sacro lungo le rive del fiume Bungamati dove avvengono le cremazioni. Il rituale è emozionante e commovente al contempo; si assiste alle abluzioni nella stesa acqua dove vengono disperse le ceneri dei dei defunti, alla preparazione delle pire e alle cremazioni. Un'atmosfera carica di odore, dolore e religiosità.




Noi assistemmo alle cremazioni dall'argine di fronte, accanto a santoni colorati, o semplicemente vestiti con un periplo, in preghiera o suonanti un flautino con serpente d'ordinanza.
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Lasciammo questo luogo mistico per recarci a Boudhnath, per ammirare lo Stupa Buddista, conosciuto anche come Boudha, Bouddhanath, Baudhanath, lo stupa domina lo skyline della città per la sua altezza di 36 metri ed è uno dei più grandi al mondo. L'influsso di un gran numero di rifugiati dal Tibet ha comportato la costruzione di oltre cinquanta monasteri tibetani intorno al Boudhanath. Dal 1979 il Boudhanath è stato riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità.



Osservati dallo sguardo penetrante degli occhi in cima allo Stupa, d'intorno la calma e serenità dei fedeli assorti nelle loro preghiere mentre, in fila indiana facevano il giro ruotando con la mano i cilindri delle preghiere; tutto intorno una confusione di turisti, negozietti e ristoranti, perfino uno italiano "La dolce vita".




Nel pomeriggio, escursione a Bungamati 








e Khokana, due villaggi medievali (1500) vicini alla capitale ma lontano secoli dalla medesima. Non vi erano monumenti ma piazze e vicoli pieni di massaie che lavano i loro panni nella fontana o che filano il cotone chiacchierando, e contadini che contrattano con ritmi a noi ormai lontani e sconosciuti





19/03/97 - KATHMANDU

Il giorno del mio onomastico, la mattina la dedicammo alla visita di Patan, la capitale medievale buddhista, città dai tetti dorati con uno stupendo Palazzo Reale e bellissimi templi. E' un incontro con l'arte e le antiche tradizioni di questo variegato popolo che, alle porte del 2000, conserva quasi intatte le sue credenze ed abitudini ancora medioevali. Patan può essere quasi considerata un sobborgo della capitale Katmandu poiché a separarle c’è solo un fiume, il Bagmati. Anche qui a Patan la piazza principale si chiama Durbar Square, una piazza la cui bellezza è dovuta soprattutto alla sua concentrazione di templi che, come sostiene anche la mia guida di viaggio, può essere considerata “la più straordinaria collezione di edifici newari di tutto il Nepal”. Qui infatti si possono ammirare, l’uno accanto all’altro, il tempio di Bhimsen, il tempio di Vishwanath, il tempio Jagannarayan, il tempio Krishna Mandir, un’ammirevole opera architettonica dall’evidente influenza indiana, il tempio di Hari Shankar, il tempio di Krishna, la statua del re e il Palazzo Reale.








 

Nel pomeriggio, partimmo per Baktapur, antica capitale medioevale indù, per visitare i suoi stupendi templi e palazzi tra i quali il palazzo dalle 55 finestre ed il Tempio Nyatapola alto cinque piani stupendamente scolpiti





La bellezza di Bhaktapur però non si esaurisce nelle sue piazze: fu bello perdersi nel reticolo di vie nelle quali ci immergemmo nell’atmosfera tradizionale del paese. Un posto da non perdere è Pottery Square che, a differenza delle altre piazze di cui ho parlato, non può vantare antichi templi e ricchi palazzi, ma, come dice il nome stesso, è il luogo in cui sono concentrati tutti gli artigiani che lavorano la ceramica; per cui, oltre ad ammirare le loro creazioni che tappezzano le piazze tra palazzi e tempietti, è possibile vederli all’opera.







La sera, stanchi ma felici, con gli occhi pieni d'immagini, le orecchie di suoni, appropinquandosi l'ora di cena, i signori Tradico mi chiesero di scegliere quale cucina e quindi quale ristorante avrei preferito per festeggiare il mio onomastico; infatti, l'Hotel in cui alloggiavamo, aveva più di un ristorante, ognuno specializzato in cucine etniche diverse. Io, naturalmente, appassionato alla scoperta delle tradizioni dei luoghi che visito, scelsi quello che offriva il menù nepalese. Ricordo che l'inizio fu drammatico; non ricordo se lo trovammo già a tavola o ce lo portarono, così come da noi si fa col pane, un bel peperone verde, simile a un friggitello. Avendo molta fame, mi ci avventai con un bel morso pregustando il dolce sapore che, invece, si trasformò in un incubo piccante, ma piccante, ma piccante: per alcuni interminabili secondi rimasi senza fiato, sentii il cuore lì lì a fermarsi, cercai disperatamente una soluzione, ma sulla tavola non c'era null'altro, niente acqua vino o pane. Mi sentivo morire. Non so quanto sia durata ma come Dio volle terminò e la cena fu squisita, anche se, naturalmente, a vent'anni di distanza, non ricordo alcuna portata.


27/03/97 - KATHMANDU/POKHARA 

Trasferimento in aeroporto e partenza per Pokhara, la seconda città del Nepal per importanza, situata a 915 metri di altezza, che si raggiunge dopo circa 40 minuiti di volo - Arrivo e trasferimento in Hotel Shangrila Village



Con un certo timore nel ricordo dell'incidente occorsomi sul volo Himalatano, sarei comunque salito nuovamente per un'esperienza emozionante in quota, questa volta per un volo in elicottero sull'Annapurna.


Dopo l'aria, l'acqua; nel pomeriggio, escursione in doonga la barca tipica nepalese, sull'incantevole lago PHEWA, a sudovest del centro della città, sul fondo del quale si racconta che ci sia un antico villaggio distrutto da un terremoto. Il lago Phewa è l’attrattiva principale di Pokhara e per dimensioni è il secondo lago del Nepal.
Se illuminato dal sole, il colore dell’acqua è di un verde smeraldo e se siete fortunati, nelle giornate limpide le montagne dell’Annapurna si riflettono sulla sua superficie come in uno specchio.











Lungo il lago, si trovano molti ristoranti e bar ma soprattutto si può noleggiare una doonga (barca a pagaia) o utilizzare una di queste barche come mezzo di trasporto per raggiungere il tempio Varahi Mand che si trova in un’isoletta vicino alle sponde del lago.
Si può utilizzare la barca anche per arrivare alla Pagoda della Pace del Mondo.



28/03/97 - POKHARA

Intera giornata di visite: Mahewa caves, Devis Falls e la vecchia Pokhara.
La zona rimasta più autentica è sicuramente quella della Città Vecchia, che si trova a circa 6 km dal lago.a sua valle, grazie al clima subtropicale ed alle precipitazioni monsoniche, è caratterizzata da una ricchissima vegetazione spontanea 


29/03/97 - POKHARA/KATHMANDU

Trasferimento in aeroporto e volo per Kathmandu. 
Siamo alla vigilia di Pasqua e, in quanto cattolici credenti e praticanti, ci farebbe piacere, dopo aver visitato templi buddisti ed induisti, recarci in una chiesa cristiana. Ma caratteristica del popolo nepalese è essere tutto dedito alle religioni orientali. Unico avamposto cristiano il Collegio di San Francesco Xavier e Santa Maria dove i coraggiosi padri Gesuiti mantengono la loro posizione testimoniale. Lì troveremo degli interessanti Thangkha illustranti storie di Gesù simili a quelli con Buddha.

30/03/97 - KATHMANDU/FRANCOFORTE

Mattino, trasferimento in aeroporto - Disbrigo delle formalità d'imbarco e partenza alle ore 12.25 con volo Lufthansa LH765 per Francoforte Pasti a bordo - Arrivo alle ore 21.05. Pernottamento a Francoforte presso l'hotel ASTRON in aeroporto

31/03/97 - FRANCOFORTE/ROMA

Mattino, partenza alle ore 09.45 con volo Lufthansa LH3522 e arrivo a Roma alle ore 11.30

 
INFORMAZIONI UTILI NEPAL

DOCUMENTI

E’ necessario il passaporto in corso di validità per almeno 6 mesi. Il visto sarà rilasciato direttamente all’aeroporto di Kathmandu dietro pagamento di USD 20. Si ricorda di portare delle fototessera per il rilascio del visto.

TASSE AEROPORTUALI

Per le partenze internazionali sono richieste NER 700 da versare direttamente alla partenza.

FUSO ORARIO

Il fuso orario del Nepal è di 4 ore e 45 avanti rispetto all’ora solare italiana.

CLIMA

Ha 3 stagioni principali ma può essere visitato durante tutto l’arco dell’anno. L’inverno va da ottobre a marzo, con clima soleggiato e fresco. paragonabile durante il giorno alla nostra primavera. La sera la temperatura scende comunque un po'.

ABBIGLIAMENTO

Un abbigliamento casual è ovunque accettato. Suggerito pertanto un abbigliamento pratico ed informale, con scarpe comode.

NORME SANITARIE

Non è obbligatoria alcuna vaccinazione né profilassi antimalarica.

SHOPPING

Artigianato locale, antiquariato, articoli in pelle, abbigliamento tipico locale.

VALUTA

La rupia nepalese vale circa € 0,0181.

ELETTRICITA

220 Volts. Si suggerisce di munirsi di adattatori tripolari per le prese di corrente.

LINGUA

La lingua ufiiciale è il nepali; negli hotels, nei negozi è comunque parlato l’inglese


Alcuni piccoli suggerimenti, per facilitare le operazioni di ingresso in Nepal.

* DISEMBARKATION CARD - riempite già in aereo questa carta; essendo un modulo disponibile solo in aeroporto a Kathmandu, eviterete code per il ritiro de modulo stesso

* VISA APPLICATION FORM - riempite il modulo e ricordatevi di richiedere il DOPPIO INGRESSO (solo per chi fa l’ingresso in Nepal e prosegue per diversa destinazione, quindi rientra)

* Ricordate di portare con voi 1 FOTOTESSERA non necessaria ma utile
















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cellulari: +39 320.2590773 - 348.2249595 (anche Wathsapp)

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