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Superare la lamentazione e cominciare a vivere

Leggendo il bel Viaggio in Italia scritto da Piovene negli anni '50, dopo quello ben più lontano di Goethe, sono arrivato alla conclusione che, lamentarsi è un inutile esercizio accademico, soprattutto per chi ha una visione, un pensiero, qualcosa da dire, che va oltre oltre la massificazione dei cervelli. Più costruttivo fare, acquisire conoscenza, amare libri e bellezza, diffondendo e testimoniando il proprio sapere: qualcuno ascolterà e forse, condividerà. Del resto le masse informi ci sono state e ci saranno sempre ma, il bello della libertà è la possibilità di trovare spazi e luoghi nei quali esprimersi.
Tutti e ognuno di noi è parte attiva di questo mondo e della società in cui è nato, e ha il diritto dovere di farsi parte dirigente, infischiandosene di chi lavora in senso contrario.
D’altronde, perché perdere tempo a cercare di cambiare ciò che non vuole cambiare, la vita è troppo breve; meglio godersi ciò che la vita ci propone, gustare le piccole cose e appagare curiosità e smania di conoscenza, adattandosi alla società che ci viene data, offrendo la nostra opera per migliorare ciò che ci circonda.

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