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Viaggiare lungo i campi coltivati

Come Agro-Fotografo Agro-Filosofo, mi muovo in contesti di vita rurale che, a differenza delle città cementificate, a contatto con il creato, rimandano alla religiosità della natura umana. Riprendendo il motto benedettino “ora et labora”, la vita campestre, mi fa fare esperienza di spiritualità, di estasi, meditazione e contemplazione; camminando con lentezza, passo felpato, testimone oculare, "occhiovivo" e cinque sensi + mente e cuore, sempre allerta, disponibile ad ogni sollecitazione.

"Viaggiare lungo i campi coltivati", secondo le stagioni che passanoa frumento, erba medica, percorsi da filari di viti o da un mezzo agricolo, arati, punteggiati qui e là di balle cilindriche dopo la trebbiatura; dove silenziosi si muovono uomini e animali, o più rumorosi trattori e mezzi meccanici. Lungo campi di un'Agricoltura vitale, sempre viva senza soluzione di continuità, anche quando apparentemente morta (sotto la neve pane). Perché se l'Agricoltura è Vita, l’Agricoltura ci salverà, producendo sussistenza e attraverso la Crescita responsabile, consapevole ed ecosostenibile in grado di restituire equilibri tra ritmi di lavoro scanditi dalle stagioni della natura e benessere individuale e collettivo. Vita in Campagna per una sana stanchezza fisica ma non morale e psichica, per passare dalla società del ben avere a quella del ben essere; per riappropriarsi delle identità territoriali e individuali, per riscoprire i valori delle relazioni umani, colori sapori e profumi della natura, le biodiversità della natura e degli individui.
Già per i poeti latini "il ritorno alla campagna" era qualcosa di speciale, un premio per una vita spesa nel lavoro e perché la vera nobiltà aveva origine nel possesso della terra. Molti gli esempi, da Cincinnato che, salvata la patria, torna ad arare i campi, a Garibaldi, sempre in partenza per nuove guerre in giro per i due mondi, per tornare a Caprera pastore del suo gregge, fino a Giuseppe Verdi che si amava definirsi nei documenti "di professione agricoltore e musicista" investendo i guadagni nell'acquisto di poderi agricoli.  Le Campagne sono presidi colturali e culturali, sono la storia del nostro paese e identificano caratteri e identità, avendo modellato il territorio, i paesaggi, la società dei Comuni e la genetica di un popolo con 8.100 sfumature, tante quanto i Comuni italiani. Il rapporto tra città e campagna, un rapporto che ha segnato da sempre, per secoli, la vita del nostro Paese, determinando i valori ambientali, le tradizioni, le scansioni stagionali, i calendari, le feste, le manifestazioni popolari e persino liturgiche delle nostre genti. Ha modellato il nostro territorio, ha disegnato il paesaggio italiano.
Nella Grecia antica la polis era il sistema unitario e sinergico, indivisibile di città e campagna, del centro e del suo territorio allargato, del cittadino e dell'agricoltore, del costruito e del coltivato. Polis evocava quindi, una profonda unità politica, economica e sociale.
L'idea che mi ha mosso dagli inizi della mia attività: ogni eccellenza, sia essa territorio, luogo, produttore, produzione agricola e agroalimentare, struttura agrituristica, tipicità agroalimentare ed enogastronomica, debbono partecipare al coro della globalizzazione, con la propria singola voce e in sinergia  con le altre presenti sul proprio territorio (glocalizzazione) ma che sia necessario offrire loro visibilità.
Viaggiatore, fotografo, scrittore e giornalista, documentarista paesistico territoriale dal 1977, nel tempo mi sono trasformato in Agro-Fotografo, neologismo da me ideato, che indica, vita e professione di un narratore multimediale, appassionato alla promozione di viaggi nella vita rurale europea, italiana, mediterranea, del produrre del prodotto agroalimentare ed enogastronomico italiano. Attraverso Penisolabella.it narro l'Italia minore con la M maiuscola, delle identità territoriali, dell'Italia operosa, dei beni artistici architettonici ed ambientali; affiancando Agricooltour per raccontare l’Agricoltura dal campo - eccellenze agricole, 4.500 prodotti tipici agroalimentari, atmosfere di luoghi e territori, itinerari rurali e del gusto, tra agricoltura, agriturismi; alla tavola - gastronomie tipiche, slow food, prodotti a km 0, sapori e profumi -.


L'Agro-Fotografo, un po’ filosofo, poeta, esteta, sociologo e antropologo, narro con immagini e parole, sguardo lento, meditativo, contemplativo, 5 sensi + mente e cuore, macchina fotografica al collo, taccuino, registratore e computer online; viaggio e narro emozioni provate nei luoghi  meravigliosi d’Italia, ricchi di bellezza, arte, storia, tradizione, atmosfera, mistero, dove regnano vita a misura d’uomo, eccellenze agricole, profumi, buona cucina e ospitalità.

Come Agro-Fotografo, amo il viaggiar lento, per narrare la vita secondo i ritmi naturali della terra, animato da un interesse culturale che mi porta a ricercare e raccontare, ciò che c'è dietro ogni produzione agricola, prodotto agroalimentare ed enogastromico: tradizioni folkloriche, storiche, geografiche, di un territorio o di un luogo che si fanno immaginario, frutto di culture che producono valori simbolici, materiali e immateriali. Comunico per promuovere e valorizzare produttori e prodotti tipici, cibi e sapori per far nascere vantaggi per i localismi agricoli, agroalimentari ed enogastronomici legati sinergicamente alle eccellenze artistiche, architettoniche ed ambientali, in grado di ampliare l'immaginario e il consumo responsabile.


La filosofia dell’Agro-Fotografo è: scoprire l'identità territoriale attraverso colture, produzioni e tecniche agricole, usi, costumi, storia, tradizioni, biodiversità, culture e identità materiali e immateriali, di luoghi e territori. Il paesaggio agricolo è luogo di accumulo stratificato di beni materiali e immateriali, è stato capace di generare opere d'arte e di influenzare le scelte architettoniche ed urbanistiche; e oggi, troppo spesso, è diventato espressione di degrado, disinteresse e ignoranza. Usare i cinque sensi, vedendo, annusando, gustando prodotti autoctoni che permette di conoscere i territori; risalire la filiera produttiva agricola e gastronomica, scoprendo il sapere artigianale che ne sta alla base, le materie prime proprie del territorio, il contesto storico e geografico che ha determinato la nascita di una tecnica produttiva e un piatto specifici, lo spirito culturale all'interno del quale, un prodotto e un cibo, non  sono solo qualcosa da mangiare, ma simbolo e promotore di un territorio e del suo paesaggio. Il paesaggio, estrema sintesi tra storia e geografia, fondamentale archivio delle nostre vicende umane e di popolo, matrice della nostra identità, che non è solo un valore estetico, prezioso, ma anche racconto del nostro grado di civiltà che si aggiorna e muta continuamente; 
offrire una testimonianza che si possa trasformare in soluzione. Dunque il paesaggio agricolo italiano è determinante e i suoi aspetti e le sue mutazioni non sono indifferenti per il viaggiatore, perché il bello o il brutto che egli osserva e percepisce sono l'immagine e la prova ineluttabile di un'armonia o disarmonia che, in concreto, testimonia e comunica il grado di benessere e di civiltà di una comunità.
Oggi sappiamo che la crescita di molte zone antropizzate dalle città viene a scapito delle campagne circostanti, con processi di consumo del suolo che procedono a ritmi troppo elevati, spesso accettati in nome di un progresso che poi risulta avere ricadute negative sia sul benessere individuale sia, soprattutto, su quello collettivo.
L'obiettivo dell'autosostenibilità ambientale, grazie alla biodiversità e all'identità territoriale, può essere raggiunto combattendo alla radice i processi di inquinamento e spreco, cercando di chiudere i cicli locali dell'alimentazione, dell'energia, dei rifiuti; promuovendo l'unicità dei prodotti; ottimizzando la mobilità alternativa delle persone; restaurando e riqualificando le strutture agricole e forestali; mettendo a punto e attuando le agende 21 locali e/o nuovi progetti di insediamento sostenibile.
Questo il motivo per cui, come Agro-Fotografo, mi sono reso consapevole che l'agricoltura, il prodotto agricolo ed agroalimentare, la cucina tipica e il cibo, rappresentano la Cultura con la C maiuscola, l'identità e la forza di un territorio. (Relazione al Convegno: "Cibo e alimentazione nelle culture religiose")

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