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Cultura: parole e immagini tra stampa e virtuale


Oggi apre a Torino il Salone del Libro il cui tema conduttore è "Primavera Digitale. La vita in rete", e si scatenano i dibattiti attorno all'editoria digitale.
"Computer ultrasottili, tablet e smartphone, tecnologie digitali sempre più portatili, potenti e a buon mercato, in grado di garantire una connessione continua, stanno cambiando radicalmente il nostro modo di pensare, scrivere, comunicare, stampare, pubblicare, leggere, vendere. E con esso la produzione, la distribuzione, la ricezione dei prodotti intellettuali: dai giornali ai libri. La Primavera Digitale è un fenomeno che va al di là del futuro degli e-book o dei destini dell'editoria su carta, e investe la società tutta intera" questo l'incipit della presentazione del tema del Salone.



Pur figlio di genitori grandi lettori, con libreria piena di libri, comincio con il rifiuto dei libri, perché il contenuto di quei libri non mi interessava. La scuola mi proponeva e imponeva letture che non mi conquistavano. In seconda media rimandato in italiano, rischio la bocciatura per un incomprensione col professore che non approva il mio tema di fantasia. Eppure avevo iniziato a parlare, già con una buona proprietà di linguaggio e oggi, semplice e comprensibile, non ricercato ma forbito, con una certa ricchezza di termini. Sono sempre stato e continuo ad essere onnivoro, curioso, entusiasta. Successivamente, grazie al mio professore di lettere Giuseppe Civitelli, imparai a leggere libri diversi, proposti e scelti in base ai miei interessi e scrivere il diario personale. Ma il mio diario era anomalo, una rassegna stampa, che raccoglieva suggestioni supportate da testi e fotografie; un prodotto mltimediale in nuce.
Poi, a quattordici anni, la grande scoperta entrando in una libreria, mi si apre un mondo: ci sono libri di tutti i generi anche di temi che interessano le mie passioni, non solo romanzi, ma anche saggi sulla fotografia e i viaggi. Da allora ho creato una mia biblioteca di oltre cinquecento volumi e sono diventato un compratore compulsivo che non può uscire da una libreria senza un nuovo libro. L'oggetto libro, mi attira col la sua grafica, il formato, il profumo, assieme agli 
argomenti legati ai miei interessi, che via via si accrescono e affinano lungo il cammino della vita, accompagnati dall'ascolto diuturno della radio, alle suggestioni che provengono dal quotidiano, ampliate a dismisura dall'offerta di internet e anche dagli e-book.
Dopo trent'anni di collaborazioni con la carta stampata come narratore d'immaggini, con l'avvento di internet, ho trovato la biblioteca ed emeroteca più avvincente e completa, disponibile ventiquattro ore al giorno, in tempo reale, sulla quale poter fare affidamento anche mentre scrivo; strumento di lettura, confronto, suggestione, condivisione, ha risvegliato in me quel modo di scrivere il diario fatto di testi e immagini.
Tra i primi a creare un mio sito, successivamente trasformato in blog; a gestire la presenza e l'interattività sui social network, che mi permettono di esprimere e condividere i mie interessi, idee, opinioni. Giornalista e fotografo multimediale, la necessità e la voglia di reinventare di continuo un lavoro di libero pensatore e autore, in base ai mie interessi, passioni e capacità, mi ha portato oggi a iniziare una nuova avventura: l'autore-editore con la produzione di Guide di Viaggio in formato e-book per la promozione e valorizzazione dell'Italia minore con la M maiuscola.
Assisto e seguo con interesse il dibattito che gli opinion leader del mondo della cultura svolgono attorno alla vita, sopravvivenza e/o morte della carta stampata, a internet e agli e-book. Al pari degli 
uomini politici e dei giornalisti, troppo spesso purtroppo, parlano di cose che non conoscono e non usano, in base alla propria conoscenza ed esperienza limitata da parzialità soggettive, preconcetti e, perché no, ignoranza, intesa come non conoscenza della realtà. Pura accademia piangere la morte del libro di carta, senza tener conto che in molte case non esiste una libreria. Come fotografo ho già fatto esperienza di dibattiti simili, con l'avvento del digitale; teorizzare sui mezzi con i quali realizzare e diffondere per  e alla cultura, è sterile e inutile. Meglio farli propri e riempirli di contenuti.
Un discorso a parte per gli editori che sono frenati dalla bassa redditività del libro digitale caratteristica interessante, invece, per un autore che lavori per passione e con un occhio alla crisi economica che può essere superata attraverso il basso costo dell'e-book, facilitandone l'acquisto.
Per fare cultura bisogna avere menti aperte, essere creativi e quindi mobili, pronti a condividere ogni nuovo stimolo e proposta che il mondo ci propone; allora, evviva la cross medialità, la tecnologia, internet, la multimedialità, gli e-book, che offrono libertà di pensiero, di espressione, spazi di creatività inusitati.

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