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Cultura panacea dei mali economici

Cultura italiana in crisi per carenza di fondi.
Fermo restando la necessità di finanziare restauri e interventi pubblici, noi uomini e donne di cultura, artisti contemporanei, dobbiamo andare oltre il piagnisteo. Chi fa cultura e arte, chi costruisce il contemporaneo, non può e non deve lasciarsi abbattere dalla carenza di fondi. Non deve perdere tempo a discutere e dibattere di crisi e articolo 18, di pensioni, di entrata e uscita dal mondo del lavoro. La Cultura è cibo per la mente, ci si ciba di cultura senza ingrassare; la cultura non ha effetti collaterali dannosi, niente colesterolo e ipertensione, ma solo benefici a breve medio e lungo termine. Le idee, lo spirito, la bellezza, non sono direttamente proporzionali alla quantità di denaro che gira. Economia e Arte si muovono su due piani diversi; la prima fa riferimento al PIL al consumismo capitalista, mentre la seconda si muove nell'ambito del miglioramento della qualità della vita, della felicità. Noi artisti e uomini di cultura, non abbiamo bisogno di piani strutturali per alzarci la mattina, rimboccarci le maniche e produrre idee e opere. Certo, si obbietterà che questo “regresso” economico non è frutto di una maturazione culturale delle persone, ma di una crisi che sta riducendo alla povertà una fetta sempre maggiore della popolazione. Ma non si tratta di impoverimento bensì di un ritorno ad una vita fatta di minori consumi e necessità materiali imposte che al contrario potrà aiutare tutti a ritrovare la consapevolezza dell'essere umani, rivalutando le vere necessità dell'uomo, necessità legate al vivere sereni, meno affannati, frustrati, depressi, dando spazio all'arricchimento della mente e dello spirito. Grazie all'uso dei progressi scientifici e tecnologici il ritorno a una vita meno consumistica, a lavori meno fissi ma più soddisfacenti, ci renderà più felici, frenando la corsa affannosa alla conquista di beni voluttuari, imposti dal consumismo capitalistico, ridistribuendo i tempi della vita a misura d'uomo e riscoprendo i ritmi legati alla terra, alla natura, all'universo.
Il nostro Paese è in grado di offrire tutta la ricchezza di cui abbiamo bisogno e noi uomini di cultura abbiamo il dovere di fare da apripista, ispirando questa rivoluzione.

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