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Abruzzo: L’Aquila: 18 settembre 2009 a cinque mesi dal terremoto delle 3,32 del 6 aprile


La città "piombata" dal terremoto e nel silenzio

L'Aquila era di una bellezza sconvolgente, unica, oggi è un'Aquila dall'ala spezzata che non vola più.
L'Aquila "piombata" dal terremoto e nel silenzio è vuota di rumori e di odori, i campanili tacciono. Non c'è anima viva. La ricordavo piena di vita e gente che con lentezza andava e veniva lungo il corso principale, come formiche riempiva in ogni piazza, ma anche fatta di alcuni luoghi deserti e silenziosi oggi sono rimasti solo questi ultimi.
Per quarant'anni sono sceso dalle montagne dell'Altopiano delle Rocche, per trenta chilometri di curve, da giovane perfino in bicicletta, accompagnato dalla vista dell'incombente catena del Gran Sasso e il suo Corno Grande, d'inverno ricoperta di candida glassa nevosa.


“.... cominciammo a parlare a bassa voce senza ragione apparente. Non volevamo disturbare il letargo delle pietre, e ci bastava un bisbiglio per capirci. In zona rossa all'Aquila si entra e si tace. Ci si lascia la vita alle spalle. In zona rossa un colpo di tosse è un tuono, il trillo di un telefonino un rimbombo ...” . “... Ai piedi dei muri transennati di Santa Maria Paganica solo la fontanella cantava ...” con un'improbabile tartaruga poggiata sul bordo, “... fra il portale trecentesco della chiesa e la soglia barocca del dirimpettaio palazzo Ardinghieri, venerabile magnificenza dal tetto sfondato”.

“... la bionda Nicoletta Rugghia mi versò del Montepulciano e fece un memorabile elenco di ciò che era per lei la vecchia Aquila. Città, disse, è la vicina malfidante che spia dalle persiane, è lo sfaccendato, è il ciclista monomaniaco, è la signora invidiosa dei vasi di fiori altrui. Città è il dirimpettaio arrogante, il fornaio che ti frega cinque centesimi al cartoccio; città è gli sposini timidi, il postino che canta sempre, il collezionista di francobolli. "Città è questo, questo io amavo. E questo oggi non esiste più". Fuori l'aria era tiepida, ma la città era fredda. Sfiatava miasmi umidi dal fondo dalle sue cantine. Fu allora che Patrizia mi svelò uno dei mirabili segreti della sua città. In via San Martino angolo via dei Lombardi, in piena zona rossa, tra le macerie di altre case, c'era un palazzo quattrocentesco intatto, appartenuto a tale Jacopo di Notarnanni. Ciascuno spigolo mostrava due piccoli gigli in ferro battuto. Erano abbellimenti delle catene antisismiche tese da secoli dentro i muri maestri. Poi vidi che ce n'erano dappertutto in città, seminascosti dai ponteggi. Erano una decorazione, disse Patrizia, ma anche un ex voto. Un simbolo di purezza dedicato alla madonna, perché il terremoto del 1703 era avvenuto il 2 febbraio, giorno della Candelora. Erano stati quei gigli incatenati fra loro a salvare molte parti dell'Aquila nel 2009. Ma vallo a spiegare ai talebani dell'antisismico, invasati da furia risanatrice...”.

Le parti tra virgolette appartengono all'articolo “Le vestali della città del silenzio” di Paolo Rumiz - 12 agosto 2011 della serie di reportage “Le Case degli Siriti” pubblicate a puntate sull'inserto R2 del quotidiano la Repubblica)


L'Aquila, (Aquila fino al 1863 ed Aquila degli Abruzzi fino al 1939) è un comune italiano di 69.377 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia e della regione Abruzzo.

I nuclei di Amiternum e Forcona, i principali centri urbani anticamente presenti nella zona dell'odierna L'Aquila, hanno origini sabino-vestine, trovandosi presso il confine dei territori occupati dai due popoli italici. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, nella conca aquilana si formarono diversi piccoli agglomerati urbani, detti castelli, che secondo la leggenda si federarono per la fondazione della nuova città nel 1254. Sotto il dominio asburgico dei secoli XVI-XVII visse un periodo di altalenante crescita economica che sarà però bruscamente interrotta dal terremoto del 1703, che per molti anni riporterà la città nella decadenza. Conobbe infatti un nuovo sviluppo economico e culturale soltanto nell'Ottocento.

Nonostante i forti terremoti del 1461, del 1703 e del 2009, in città è ancora presente un ampio patrimonio storico che mostra un primo strato medievale testimoniato soprattutto dalle Mura cittadine, uno rinascimentale che caratterizza numerosi palazzi e chiese e infine il barocco e il neoclassico delle ricostruzioni post sisma settecentesche.



Origine del nome

Quando fu scelto il sito per la fondazione della città, si individuò un luogo chiamato Acquilis o Acculi o anche Acculae, per l'abbondanza delle sorgenti che vi si trovavano. La zona era in una posizione strategica tra i due poli entro i quali doveva nascere il nuovo centro urbano e cioè i due centri di Forcona e Amiternum. Acculi, vicina anche al fiume Aterno, corrisponde all'attuale Borgo Rivera, dove oggi si trova la fontana delle 99 cannelle; al tempo della fondazione vi era in quell'area una chiesa con un monastero, Santa Maria ad Fontes de Acquilis (o de Aquila).

Fu dunque scelto per la nuova città il nome di Aquila, che riprendeva il toponimo già esistente, ma che richiamava anche l'emblema dell'aquila imperiale: secondo il diploma di fondazione attribuito all'Imperatore Corrado IV. Nello stemma della città appare infatti un'aquila. Lateralmente appare la scritta Immota manet e inoltre l'abbreviazione PHS.

Il motto "Immota manet" significa "Resta ferma". L'espressione è forse tratta da un verso del poeta latino Virgilio, che attribuisce alla quercia la capacità di radicarsi fortemente e dunque di restare ferma, ben salda. Il PHS è un vero mistero. Alcuni parlano di un errore di trascrizione del cristogramma IHS; altri pensano che significhi "Publica Hic Salus", cioè "qui [c'è] la salute pubblica".

Suggestiva un'altra tesi, affacciata alcuni anni fa in un convegno, ma non più dibattuta, secondo la quale PHS starebbe per "post hanc stragem", riferendosi alla rinascita dopo un sisma (dopo la strage, resta ferma, resiste).

La città, originariamente chiamata "Aquila", divenne dopo l'unità d'Italia "Aquila degli Abruzzi" e cambiò nuovamente nome durante il regime fascista, acquisendo l'attuale "L'Aquila".

L'articolo davanti al toponimo
Il regio decreto nº 1891 del 23 novembre 1939 introdusse l'articolo (maiuscolo) e l'apostrofo, modificando il nome della città in "L'Aquila". Il cambiamento di denominazione ha creato un'ambiguità linguistica sulla correttezza delle espressioni "dell'Aquila", "di L'Aquila", "de L'Aquila" o simili. In realtà, nello stesso decreto del 1939, è stato definito come nome ufficiale della provincia quello di "Provincia dell'Aquila", cosa che elimina ogni possibile dubbio.

Sarà la conquista normanna, avvenuta nel XII secolo, a portare nuovo sviluppo a questi territori, e la riunificazione di tutto l'Abruzzo (conquistato da re Ruggero II tra il 1139 e il 1153) riporterà stabilità nella regione.
Durante il periodo normanno si assiste al fenomeno dell'incastellamento, di cui sono esempi il castello di San Pio delle Camere e il castello di Ocre; quest'ultimo occupava una posizione strategica nella vallata dell'Aterno ed era proprietà dei conti dei Marsi.
Un altro importante fattore di sviluppo economico fu la diffusione delle abbazie cistercensi, tra cui quella di Santo Spirito d'Ocre. 

Fondazione della città

Nel 1229 gli abitanti di questi castelli si ribellarono al feudalesimo imposto dai baronati normanno-svevi.
Dopo essersi rivolti a papa Gregorio IX, ottennero il permesso di fondare la città, ma l'iniziativa non si concretizzò.
Gli aquilani ottennero nuovamente il permesso della costruzione di una nuova grande città, in funzione anti-feudale, di cui è rimasta testimonianza nel cosiddetto Diploma di Federico II: nel documento conservato, in duplice copia negli archivi cittadini, si esortano i castelli degli antichi contadi di Amiternum e Forcona a unirsi per formare un unico centro.

Le vicende della fondazione dell'Aquila sono raccontate da Buccio di Ranallo da Poppleto (autore di una Cronica rimata che narra la storia della città dal 1254 fino al 1362).
Le contrastanti notizie riguardanti il numero dei castelli che contribuirono alla fondazione della città impediscono ancora oggi di quantificarlo con certezza: la tradizione vuole che siano stati novantanove, ma il numero effettivo sembra essere sulla settantina.
A ricordo della fondazione, la campana della Torre Civica (la Reatinella) batte ancora oggi 99 rintocchi e il primo grande monumento della città, la fontana delle 99 cannelle, contribuisce ad alimentare questa leggenda.

La leggenda della fondazione narra che 100 castelli della conca aquilana, stanchi delle continue dominazioni, decisero di riunirsi per fondare la città dell'Aquila come città libera, ovvero priva di signori feudali. 

Ogni castello avrebbe fondato in città una piazza, una chiesa e una fontana, per un totale così di 100 piazze 100 chiese e 100 fontane, ma all'ultimo momento un castello rinunciò preferendo ritirarsi. 
Gli altri 99 castelli però avrebbero proseguito l'opera di costruzione della città, che così dall'epoca avrebbe avuto 99 piazze, 99 chiese e 99 fontane.

Un altro mito è quello che legherebbe L'Aquila all'Ordine dei Cavalieri templari. In effetti le architetture religiose della zona aquilana dei secoli XII e XIII presentano spesso numerose iconografie e simbologie riferibili a Crociati o all'Ordine dei Templari: le tracce di questo passato sono state oggetto di ricerche e speculazioni scientifiche (per esempio quelle sulla simbologia della basilica di Collemaggio), anche alla luce del forte legame che Pietro del Morrone, poi papa Celestino V, ebbe con i Templari stessi.

Celestino V e il giubileo aquilano

Nel 1288 l'eremita Pietro da Morrone, decise di edificare all'Aquila la basilica di Santa Maria di Collemaggio, autorevole esempio di arte romanica e monumento simbolo della città. Proprio nella basilica da lui fortemente voluta, l'eremita venne incoronato papa con il nome di Celestino V il 29 agosto 1294.

Nell'agosto del 1294, Papa Celestino V emanò una Bolla con la quale concedeva un'indulgenza plenaria e universale a tutta l'umanità. Bolla ancora oggi valida, che anticipò di sei anni l'introduzione dell'anno santo, avvenuta per volere di papa Bonifacio VIII nel 1300 e può essere quindi considerato il primo giubileo della storia.

La Bolla Inter sanctorum solemnia di Celestino V, oggi nota come la Bolla della Perdonanza Celestiniana, poneva come condizioni per l'ottenimento del perdono: l'ingresso nella basilica nell'arco di tempo compreso tra le sere del 28 e del 29 agosto di ogni anno e l'essere "veramente pentiti e confessati". La porta di Celestino V, situata sul lato settentrionale della basilica è dunque a tutti gli effetti una Porta Santa.

La città è meta turistica sia per quanto riguarda il suo centro storico, caratterizzato da numerose architetture e scorci di prestigio, che l'intero circondario, essendo contornata da bellezze naturalistiche (le località montane e protette del Gran Sasso d'Italia, dei Monti della Laga e del Sirente-Velino, i laghi di Campotosto e di Sinizzo, le Grotte di Stiffe) e borghi montani (Bominaco, Fontecchio, Santo Stefano di Sessanio e Rocca Calascio su tutti) d'indiscutibile fascino. 

Quando andare

Per l'altitudine e la localizzazione della città, che è interamente circondata da rilievi, il clima è particolarmente rigido con la temperatura media annuale che non supera i 14 °C. 
Un noto detto locale parla infatti di «undici mesi de friddu e tre de friscu» (undici mesi di freddo e tre di fresco) facendo intendere come la temperatura risulti calda solamente nei mesi di giugno - luglio - agosto. 
I periodi migliori per una visita della città e del suo comprensorio vanno quindi da maggio a settembre, per le vacanze all'aperto, e da ottobre ad aprile per vacanze enogastronomiche, gite d'affari, e visite culturali presso musei e chiese.

La città si espande nell'intera conca e in particolar modo lungo le direttrici viarie principali che vanno da ovest ad est. 
Al centro della conca, su di un colle, è il centro storico che è lambito a sud dal fiume Aterno.

Centro storico. La porzione di città racchiusa dentro le mura è il centro storico dell'Aquila, la parte più antica e importante della città. 

Il centro è suddiviso da due assi principali che si intersecano nell'incrocio popolarmente detto dei quattro cantoni ed è caratterizzato dall'alternanza di numerose piazze, ciascuna contraddistinta da una chiesa e una fontana. Questa parte della città ha subito gravi danni dal terremoto del 2009 e molte aree sono interdette al pubblico per motivi di sicurezza. 
Generalmente viene considerata parte del centro storico, nonostante sia al di fuori della cinta muraria, anche Collemaggio, famosa per la presenza dell'omonima basilica. 

Per la sua conformazione e le sue dimensioni la città è visitabile a piedi.
Tuttavia, in seguito al terremoto del 2009, buona parte del centro storico è interdetto all'accesso per motivi di sicurezza e questo limita fortemente la visita pedonale della città.



Cosa vedere

L'Aquila è la principale città d'arte dell'Abruzzo e una delle mete turistiche più importanti dell'Italia centrale. 

Il suo centro storico, di origine medievale e caratterizzato dall'alternanza di vicoli e piazzette, è stato più volte colpito da eventi sismici ed è oggi costituito da numerose architetture rinascimentali, barocche e neoclassiche. In seguito al terremoto del 2009 molti monumenti sono interdetti al pubblico per motivi di sicurezza.

È chiamata la città dei 99, dato che ci sono 99 piazze e 99 chiese e il monumento/fontana delle 99 cannelle.


Chiese

Basilica di Santa Maria di Collemaggio, piazzale di Collemaggio.
Basilica romanica, costruita per volere di Pietro da Morrone nel 1288, è stata sede di incoronazione papale ed è sede di un giubileo annuale unico nel suo genere.
Nel 1972 è stata sottoposta ad un importante restauro con cui si sono eliminate le aggiunte barocche avvenute in seguito al terremoto del 1703 ed è stato riportato alla luce l'originario splendore romanico.
Sul lato settentrionale presenta la prima Porta Santa costruita al mondo. modifica

Basilica di San Bernardino.
Edificio religioso dell'Aquila, situato nel quarto di Santa Maria. Venne costruita, con l'adiacente convento, fra il 1454 e il 1472 in onore di san Bernardino da Siena, le cui spoglie sono custodite all'interno del mausoleo del Santo realizzato a opera di Silvestro dell'Aquila.

Chiesa di Santa Maria del Suffragio

Popolarmente detta chiesa delle Anime Sante, è un edificio religioso dell'Aquila.

Duomo dell'Aquila.
La cattedrale metropolitana dei Santi Massimo e Giorgio è il principale luogo di culto dell'Aquila, sede vescovile dell'omonima arcidiocesi metropolitana.
Edificata nel XIII secolo, venne gravemente danneggiata dal terremoto del 1703 per essere successivamente restaurata nel XIX e nel XX secolo.

Altri monumenti

Forte Spagnolo.
Castello cinquecentesco con parco pedonale e ciclabile, adatto al footing, e agli appassionati di fotografia, di estrema bellezza.

Fontana 99 cannelle (Zona stazione treni).

Parco di Collemaggio.
Ideale per camminate e sport all'aria aperta, zona antistante Basilica di Collemaggio, con campi da basket, percorso running, percorso light fitness, laghetto, fontana acqua potabile, percorso bici per bambini.

Parco del Castello (centro storico).
Ideale per lunghe passeggiate nel verde.

Villa Comunale (centro storico).
Immersa nel verde con monumento ai caduti e chalet. Ideale per relax.

Fontana Luminosa (in Piazza battaglione Alpini L'Aquila, ad una delle estremità del corso principale della città).
La notte è illuminata ed i colori cambiano continuamente, meta di appassionati di fotografia


Eventi e feste
 
Fiera dell'Epifania (5 gennaio). 

È la più grande fiera abruzzese di questo tipo e si tiene il 5 gennaio di ogni anno, vigilia dell'Epifania, nel centro storico dell'Aquila. 

Festa delle Malelingue (21 gennaio). 
Il giorno di Sant'Agnese vengono festeggiate le Malelingue, ovvero i pettegolezzi. 
Si tratta di una tradizione pressoché unica nel suo genere e radicatissima in città, le cui origini storiche sono ancora oggetto di studio. 

Processione del Cristo Morto (Venerdì Santo). 
Tradizione comune a molte città italiane, la processione del Venerdì Santo aquilana è stata istituita nel 1506 e attraversa il centro storico partendo dalla basilica di San Bernardino. 

Lampada della fraternità (20 maggio). 
Cerimonia che commemora la scomparsa di San Bernardino da Siena, morto proprio all'Aquila il 20 maggio 1444. 

Perdonanza Celestiniana (23-29 agosto). 
È la principale ricorrenza aquilana e il primo e unico giubileo annuale della storia. 
Si tratta di una manifestazione a carattere storico e religioso che ha il suo culmine con l'apertura della Porta Santa della basilica di Collemaggio il 28 agosto di ogni anno, come previsto da San Pietro Celestino in un'apposita bolla pontificia; la Porta rimane aperta per un giorno intero, fino al tramonto del 29, e il passaggio sotto di essa produce il perdono da tutti i peccati. La ricorrenza è corredata da numerose altre manifestazioni, per lo più di carattere storico, che si svolgono durante tutta la settimana. 

Aperitivo di Natale, Via castello (Centro storico). 
Dicembre 10:00-16:00. Oltre 6000 presenze da tutta Italia, per festeggiare il natale in amicizia.



Guarda il video (qui sopra) con gli Acquarelli dedicati a L'Aquila e se ti interessa acquistarne qualcuno (stampe e/o oggettistica), vai alla galleria online cliccando sul logo sottostante

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L'AQUILA

Regione: Abruzzo
Provincia: L'Aquila
Altitudine: 714 m slm
Superficie: 473,91 km²
Abitanti: 69.377
Nome abitanti: Aquilani
Patroni: San Massimo, Sant'Equizio, San Pietro Celestino, San Bernardino da Siena (10 giugno)


Come arrivare

In Automobile

L'Aquila è collegata alla rete autostradale tramite l'A24 Roma-Teramo che consente un collegamento diretto con la capitale (ad ovest) e il mare Adriatico (ad est); nel territorio comunale sono presenti tre uscite: L'Aquila ovest, L'Aquila est e Assergi con quest'ultima situata nei pressi della stazione sciistica di Campo Imperatore.

Dista 100 km rispettivamente sia da Roma che da Pescara.

In Treno

La città è attraversata dalla linea ferroviaria Terni-Sulmona, a binario unico e non elettrificata, che costituisce il collegamento tra la linea Roma-Ancona e la linea Roma-Pescara.
Per le sue caratteristiche, la linea non è adatta a viaggi da e verso le grandi città ma è utilizzabile, soprattutto a fini turistici, per raggiungere i centri della valle Subequana e della valle Peligna.

La stazione cittadina principale è situata a ridosso della cerchia sud-occidentale delle mura dell'Aquila, nei pressi della zona della Rivera e della fontana delle 99 cannelle.
Altre due stazioni minori sono situate nelle frazioni di Paganica e Sassa Scalo.

In Autobus

L’Aquila è servita da numerose linee a carattere regionale e interregionale gestite dalle Autolinee Regionali Pubbliche Abruzzesi (A.R.P.A.); i collegamenti principali, con corse ogni ora, sono da e verso Avezzano, Chieti, Giulianova, Pescara, Roma, Sulmona e Teramo. 
Per quanto riguarda la capitale, la stazione di partenza è quella di Tiburtina mentre all'Aquila la principale stazione è il Terminal Lorenzo Natali, situato nella vallata di Collemaggio, nei pressi dell'omonima basilica; il Terminal è dotato di un parcheggio sotterraneo, di una piccola galleria commerciale e di un collegamento meccanizzato con piazza del Duomo (inagibile dal 2009).
Altre fermate cittadine importanti sono situate nei pressi di piazza d'Armi, nella zona occidentale della città, e nei pressi del Cimitero monumentale, nella zona orientale della città.


Un Taccuino d'Artista, triste omaggio e ricordo, dedicato a L'Aquila, raccontata con fotografie riprese nel 2009, a cinque mesi e ad un anno dal disastroso terremoto. Una passeggiata tra le rovine, fatta di parole e immagini. 366 pagine contenenti un racconto di emozioni, concretizzate in 336 immagini speculari tra fotografie in bianco e nero e foto-acquerelli, accompagnate da un diario di visita, testi di scrittori, completata con informazioni utili. 

Pubblicato: 10 Novembre 2016
Pagine: 368
Copertina: Morbida con rilegatura termica
Dimensioni: larghezza 21,59 cm x altezza 21,59 cm
Peso: 1,04 kg
Interno: colore
Lingua: Italiano
ISBN: 9781326853181

Prezzo: € 100,00 (IVA esclusa) (acquista)
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